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Veduta esterna dell'hotel Ritz di Riad dove si svolgono i negoziati sull'Ucraina Veduta esterna dell'hotel Ritz di Riad dove si svolgono i negoziati sull'Ucraina   (ANSA)

Ucraina, a Riad accordo per un primo passo verso la tregua

Sembra più vicino un cessate il fuoco nel cuore dell’Europa dopo l’annuncio da parte degli Stati Uniti di un’intesa fra le parti, nei negoziati di due giorni in Arabia Saudita. Il presidente Usa, Trump, parla di reali progressi. Cautamente soddisfatto il presidente ucraino Zelensky, mentre la Russia ribadisce di voler portare avanti il negoziato solo confrontandosi con gli Stati Uniti

Paola Simonetti – Città del Vaticano

Un cessate il fuoco nel Mar Nero, lo stop agli attacchi contro le infrastrutture energetiche e il via libera al monitoraggio delle intese da parte di paesi terzi. Questi alcuni dei temi cardine sui cui poggia la fragile intesa per un cammino di tregua in Ucraina, raggiunta dopo due giorni di difficili trattative a Riad, in Arabia Saudita, seppure in tavoli separati fra Washington, Mosca e Kyiv. Ad annunciarla la Casa Bianca, con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che parla di consistenti progressi e il presidente ucraino,  Volodymyr Zelensky, che conferma il positivo esito dei negoziati, pur restando cauto sulle reali intenzioni della Russia. Il Cremlino ha, invece,  ribadito che anche in questa fase l'interlocuzione resterà esclusivamente con gli Stati Uniti.

I termini dell’accordo  

Da parte sua, Mosca ha chiesto una contropartita: il nodo della "garanzia ad una navigazione sicura, all’eliminazione dell'uso della forza e ad impedire l’utilizzo di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero" si è sciolto con la promessa degli Stati Uniti ad aiutare i russi a "ripristinare l'accesso al mercato mondiale per le esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti". Un elemento imprenscindibile questo per la Russia, tanto che il Cremlino ha condizionato il via libera alla tregua marittima solo "dopo il ritiro di sanzioni” ad alcune istituzioni finanziarie.  

Sullo specifico capitolo caldo della protezione delle infrastrutture energetiche, dopo il mancato rispetto, fra reciproche accuse tra Zelensky e Putin, della tregua di 30 giorni stabilita una settimana, ora l’accordo verte sullo sviluppo di “misure per attuare" l’impegno a risparmiare "le strutture energetiche di Ucraina e Russia", ossia "gasdotti, raffinerie e centrali", con la precisazione da parte del Cremlino che “in caso di violazione della moratoria da parte di una delle parti, l'altra ha il diritto di considerarsi libera dall'obbligo di rispettarla". 

Auspica il coinvolgimento di Europa o Turchia, invece, il presidente ucraino, Zelensky, in merito alla questione del monitoraggio delle intese di tregua sul fronte marittimo, proponendo invece attori medio orientali per controllare in cessate-il-fuoco sull'energia. Infine, negli accordi Usa-Russia-Ucraina c'è l'impegno a lavorare al raggiungimento di una "pace duratura" e c'è anche un passaggio, per ora concordato solo tra Kyiv e Washington, per "lo scambio di prigionieri di guerra, il rilascio di detenuti civili e il ritorno dei bambini ucraini trasferiti forzatamente".

Lo scontro sul campo

Tuttavia, la pace appare tutt’altro che a un passo: nella notte, secondo quanto riferito dall’esercito ucraino, gruppi di droni russi hanno attaccato diverse aree, spostandosi da Kherson verso la regione di Mykolaiv e dal Mar Nero in direzione di Odessa. La contraerea di Kyiv ha comunicato di aver intercettato oltre 100 droni russi lanciati su varie regioni del Paese, anche se a causa della caduta dei detriti si sono verificati danni materiali in alcune località.

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